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L’emigrazione nell’Alto Jonio: la comunità di Amendolara

15,20 

Carmela Maurella

Prefazione a cura di Annunziata Rositani

In copertina: opera dell’artista Mario Brigante, Acqua, Sale, Speranza, il Viaggio (2012)

Genere: Saggio
Collana di ricerche e studi universitari «GLI ALLORI» [5]

978-88-97995-18-0 | pp. 172 | 14 × 21 cm | gennaio 2013

Descrizione

L’emigrazione calabrese è l’argomento di questo testo ricco di informazioni, dati e materiale originale. L’Alto Jonio cosentino e in particolare la località di Amendolara è l’area di emigrazione su cui l’autrice ha soffermato la sua attenzione, analizzando i modelli sociali riscontrabili sia nella località di partenza del flusso migratorio al momento dell’organizzazione del viaggio, sia il sistema di accoglienza degli immigrati nelle località di arrivo. Quantunque queste ultime fossero numerose e lontane tra loro, dall’Argentina alla Germania Settentrionale sino alla più prossima Italia Settentrionale, le strategie di accoglienza dei migranti, poste in essere dalla popolazione che già si era insediata nella località di destinazione, erano pressoché simili. Allo stesso modo anche i sistemi di riorganizzazione della vita sociale nelle varie zone di migrazione hanno dato vita a piccoli enclave calabresi nei territori lontani.
La legge del 1876 varata dal Governo argentino per promuovere e incentivare la colonizzazione agricola è presa da Carmela Maurella come incipit della migrazione calabrese verso il paese sud-americano. Ma questa non è che una delle direzioni del fenomeno migratorio calabrese analizzate dall’autrice insieme a quella verso l’Italia Centrale e Settentrionale, la Francia, la Svizzera e la Germania.
Dopo rapidi cenni storici sulla emigrazione italiana e calabrese, Maurella si sofferma sullo studio dell’Alto Jonio cosentino, di cui analizza prima le condizioni storico-economiche quindi le dinamiche demografiche del fenomeno migratorio. Vengono presi in esame i fenomeni migratori dei singoli comuni dell’Alto Jonio, in un susseguirsi di dati, informazioni non solo sull’emigrazione in sé, ma anche sulle vicende di alcuni emigrati che sono riusciti ad affermarsi culturalmente e socialmente nei paesi di destinazione. Nel suo studio l’autrice prende le mosse da una consistente mole di materiali originali e di dati da lei esposti in modo ragionato, ben organizzati in tabelle di immediata lettura e fruizione. I dati sono spesso intervallati da richiami letterari, citazioni di poesie e opere letterarie in genere, che danno un’immagine tridimensionale del fenomeno migratorio, dalla consistenza numerica dei migranti al loro vissuto interiore fino all’elaborazione letteraria di esso.
Fulcro del testo resta la località di Amendolara, della quale si analizza con grande attenzione il fenomeno migratorio in Argentina, in Germania e in Piemonte. Si evidenzia in particolare come i flussi migratori si siano concentrati in alcune località: Lanus in Argentina, Norimberga in Germania, Cerano e Trecate in Piemonte. In queste località si sono creati dei veri e propri gruppi provenienti da Amendolara che hanno conservato un legame molto stretto con il paese di origine, grazie al continuo scambio di lettere, fotografie e anche alle rimesse degli emigrati. Dal passato al presente Maurella lascia ampio spazio ai gemellaggi, testimoniati da un ricco dossier di immagini, fotografie e documenti originali.
Si sottolinea quindi l’importanza delle associazioni calabresi in Argentina relativamente alle quali vengono elaborati e presentati molti dati. In tal modo viene pienamente evidenziato il ruolo fondamentale svolto da esse nell’accogliere i migranti al momento del loro arrivo nel paese dell’America Latina, nonché il ruolo di appoggio e sostegno continuo svolto a favore degli immigrati nel corso della loro permanenza nel paese straniero, aiutandoli a superare le difficoltà che scaturivano dalle differenze culturali e linguistiche.
In un bellissimo capitolo Maurella presenta al lettore le vicende di alcuni personaggi di Amendolara che hanno avuto particolare successo nei luoghi di arrivo, come lo scultore Antonio Sassone e lo scrittore Salvatore Farina. Di entrambi vengono offerti saggi delle opere tramite fotografie, per il primo, e stralci delle composizioni per il secondo.
L’autrice analizza anche il fenomeno dell’emigrazione di ritorno, dovuta soprattutto alla crisi economica argentina, che costrinse molti a scegliere di ritornare in Italia dove trovarono, però, un Paese profondamente diverso, divenuto ormai luogo di destinazione dei flussi migratori provenienti dall’Africa. Le interviste a due emigrati, ritornati ad Amendolara, Rocco e Antonio Franco, rispettivamente padre e figlio, animano l’analisi del fenomeno arricchendola dei ricordi personali dei due intervistati.
Ma non finisce qui, il testo continua con una ricchissima appendice composta da tabelle, articoli di giornale, documenti originali e immagini che insieme alla interessante bibliografia hanno permesso all’autrice di realizzare un testo che, pur partendo da dati certi e ben strutturati, li arricchisce di analisi sociologiche, di testimonianze dirette e di citazioni letterarie. La ricostruzione che Maurella offre qui del fenomeno migratorio è così a tutto tondo, l’autrice prende sempre le mosse ai dai dati e dai documenti ma poi li arricchisce, soffermandosi anche sull’aspetto umano dell’emigrazione, di quanto e come essa abbia influito sull’arte, la cultura e l’organizzazione sociale tanto dei paesi di arrivo quanto di quelli di partenza, in particolare di Amendolara.

Annunziata Rositani

L’emigrazione nell’Alto Jonio: la comunità di Amendolara