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Nuova luce

7,60 

Gregorio Versace

Pagine: 88
Mese/Anno: aprile 2009
ISBN: 978-88-95880-32-7
Dimensioni: 13 x 21 cm

Genere: raccolta di poesie

Collana: Poesia

Esaurito

Categoria: Tag:

Descrizione

La silloge Nuova Luce di Gregorio Versace è un delicato viaggio che l’autore compie nel magma del proprio vissuto per raccogliere i detriti della memoria che tornano ancora a raccontare squarci di vita colti tra affetti, vicissitudini e sentimenti mai sopiti.
Si tratta di sedimenti riletti con l’accostamento sacrale dovuto alle cose semplici, consegnate da un’anima tenacemente protetta da ogni possibile contaminazione, da un ambiente familiare integro, dal trasporto degli innamoramenti e delle poche amicizie che sanno di acqua di sorgente e natura inviolata.
Nel linguaggio dell’autore non vi è alcuno spazio per le trame drammatiche e sconvolgenti del nostro tempo, non c’è la denuncia delle ferite che rendono sempre più insostenibile l’ora del vivere; c’è, invece, la decantazione delle impronte compulsive, c’è la contemplazione ed il compiacimento per l’offerta delle buone occasioni, l’attrazione per il cordone mai interrotto degli affetti familiari che hanno fatto dono illimitato di amore e protezione.
Ne scaturisce un riferimento costante a questo mondo che è un solido punto fermo, un punto cardinale della vita che ha un senso condividere e, in qualche modo, rafforzare.
La voglia di proporsi in versi di Gregorio Versace può essere riguardata anche come una via d’uscita dai problemi esistenziali, un modo di esorcizzare il negativo. Dunque è una scelta quasi terapeutica per sconfiggere l’impatto con il dolore, le difficoltà, il duro confronto con i giorni bui.
Certo non è pensabile comparare questa silloge con i temi e le forme della versificazione anticipatrice e profetica del secondo novecento, né può sostenersi il confronto con lo specchio consolidato dei ritmi che agitano l’oceano creativo del nostro tempo.
Altro transito è in questi versi che si staccano sulle aspettative concluse del respiro quotidiano, sull’affaccio breve, sul recinto di valori compiuti e per nulla contraddittori.
Ognuno, del resto, ha la sua siepe e il suo orizzonte, ed il ritmo corre su fili, a volte arditi, altri di più comoda osservazione.
Ma il tempo si dipana uguale per tutti e la poesia scorre sempre come un fiume dal lungo corso, a volte visibile e sinuoso, a volte straripante ed inquieto. Poi lo strapiombo che si apre ai grandi gorghi e per vie misteriose tuttora inesplorate.
La luce è sempre un miracolo che un tendone spalanca.
Ma chi lo apre, quando, come e perché?

Giuseppe Bova

Nuova luce