Descrizione
I venti salati e impetuosi, la salsedine, una scogliera che divide gli uomini dalla natura, affrancandoli, sono gli elementi caratterizzanti lo scenario narrativo di I sogni di Sebastiano S. dell’Autrice Agata Dovì, ambientato nella Catania di primo Novecento.
L’Autrice narra le difficoltà dell’esistenza del protagonista, Sebastiano che, adulto, torna a fare i conti con se stesso e con il passato.
Tutto ha inizio dall’infanzia tumultuosa del capofamiglia, Nostromo, che lo costringe a vivere di privazioni, ai margini della società. La sua fortuna è di imbarcarsi come mozzo per il Corno d’Africa dove conosce Agata-Rosalia, la Convertita (nome assunto all’arrivo in Sicilia), l’Etiope, l’Amore dalla pelle nera.
La donna, che porta con sé il mistero dei riti pagani e il fascino delle foreste africane, non si cura delle chiacchiere del paese, altresì, comprende l’infelicità delle siciliane celata sotto gli abiti neri e mortificanti. Quando giunge l’erede maschio, Sebastiano, tutto sembra mutare. Egli cresce come un delfino, emblema del mare ed espressione della sua libertà.
Eppure il precario equilibrio familiare è interrotto dalla nascita del “figlio voluto da Dio”, Diodato, schiacciato da una malattia oscura che, con chiusura autistica, lo discosta dal mondo e dalla sua comprensione semplice e pratica, ma non dall’amore della madre che sarà, per tutta la sua fragile vita, sua protezione.
Nei romanzi di Agata Dovì si evince l’interesse per le forme di animismo, simili al realismo magico sudamericano, che rappresentano uno dei segni distintivi della sua scrittura. In effetti, articolata e approfondita è la ricostruzione del culto di sant’Agata, contaminata dalle prassi mistiche e popolari. L’Autrice si dimostra attenta conoscitrice dei costumi siculi e fa assaporare al lettore codici comportamentali nascosti ed intriganti degli isolani, incomprensibili per chi proviene dal “continente”.
Agata Dovì scava con maestria nelle suggestioni magiche, al confine della stregoneria, ed anche nelle intricate maglie dell’accettazione sociale di una coppia “differente” che viveva come se fosse ancora in un villaggio del Continente nero.
Il giovane Sebastiano è diverso dal resto della sua famiglia, in cuor suo si agitano inquietudini che neanche più il mare, la pesca e il lavoro in barca sanno placare, amplificatesi una volta divenuto uomo.
L’incontro col Destino assume le sembianze di una signora palermitana, sua mecenate, da cui apprende gli strumenti per affermare se stesso e assegnare un nome ai suoi tormenti.
Della città subisce il fascino e fa propri l’arte della supponenza e dei giochi di apparenza.
Il potere, le convenzioni, la scalata sociale inebriano il giovane, fino all’apparente stordimento fascista, divenendone emblema nell’atteggiamento, ma non nella reale identificazione. Anche l’amore è insudiciato dall’interesse e dal calcolo, e Sebastiano ne paga le conseguenze.
La storia e il fascismo, inizialmente, fungono da sfondo per poi entrare prepotentemente nella compagine narrativa e nella vita del protagonista, con i suoi echi deliranti.
Minuziosa è la descrizione delle fasi di battaglia africana e coinvolgente l’esperienza drammatica dei campi di prigionia. Sebastiano attraversa, dunque, il fuoco del dolore e dell’umiliazione della guerra per rinascere e ricostruirsi insieme alla sua Sicilia, con umiltà e determinazione.
Malgrado ciò, il Destino irrompe nuovamente nella sua esistenza, punendo la sua superbia e tracotanza.
Gli spiriti del passato, dopo anni, tornano a bussare alla sua porta, e la malattia oscura e silenziosa del figlio Angelo sarà la pena da scontare. Solo un’attenta autoanalisi (con relativa accettazione delle sue radici) ed il ritorno là dove tutto ebbe inizio, sulla scogliera dei Ciclopi, lo riscatterà dal baratro dei sensi di colpa.
Agata Dovì è un’abile equilibrista nell’intervallare il passato al presente, le speranze alle disillusioni, sino alla consapevolezza che l’ardore delle passioni non sempre corrispondono al successo e alla realizzazione di sé.
Ancora una volta l’Autrice ci regala pagine indimenticabili, donando il coraggio di palpitare anche a chi ha conosciuto la ruvidità del vivere.
I sogni di Sebastiano S. affascinano il lettore poiché incarnano le speranze di un giovane che, cresciuto in un luogo e in un tempo avversi, ha avuto l’audacia di modificare il corso di un’esistenza già scritta e, da adulto, si è liberato dalla sudditanza dei potenti disegnando il proprio destino.
Francesca Rappoccio