Descrizione
Piero Simoni è un poeta della vita, della quotidianità, egli raccoglie le situazioni, i momenti di tutti i giorni e ce li restituisce purificati dal superfluo, ridotti all’essenziale, presentati nella loro scarna verità.
Ma quest’autore è anche un poeta delle emozioni, del senso del tempo, della memoria: la sua poesia è il canto di un’anima eletta che si serve di parole e versi limpidi per esprimere il proprio mondo interiore. Il tempo soprattutto viene più volte evocato come luogo dei ricordi della fanciullezza, degli amici, della figura materna e degli affetti contemporanei. Spazio in cui tutto questo finisce inevitabilmente per perdersi, assistiamo allora alla formazione di in un tempo interiorizzato, piccolo cassetto del cuore in cui tutto resta eterno ed immutabile, per sempre compagno di vita.
Le liriche di quest’opera nascono dalla fusione della particolare capacità dell’autore di “sentire” il mondo con gli occhi del cuore e dalla sua innata capacità di trasporre tutto ciò in versi che sembrano sgorgare senza alcun affanno ma che con magistrale chiarezza raggiungono immediatamente il lettore rendendolo partecipe del componimento stesso, e non più semplice spettatore.
Nella silloge sono presenti i più svariati temi, da quelli poco sopra descritti alla ricerca di consolazione in un paesaggio intensamente liricizzato nel quale il poeta proietta i moti del suo animo. Tra i luoghi naturali privilegiati il mare diventa lo spazio in cui riversare le proprie emozioni: la solitudine, l’amore, la beatitudine, la ricchezza e la bellezza.
Il fulcro di tutta l’opera può farsi coincidere con il sentimento del contrasto tra il modo di vivere la propria individualità e i modelli di omologazione collettiva proposti dalla società di massa. Piero Simoni proviene da una vita lavorativa nel mondo dell’industria, conosce bene dunque quei processi di spersonalizzazione che la moderna civiltà postindustriale trascina dietro di sé, una società che schiaccia la sofferenza individuale e il bisogno d’amore di ogni uomo, un bisogno che mal concepito e mal vissuto si traduce poi nella grande percentuale di divorzi dei nostri giorni, nella solitudine che spesso diventa la sola compagna di vita degli anziani.
Connaturale a questa è un’altra dicotomia, quella campagna-città. In Simoni la terra è madre, essa è rappresentata dal paese, luogo dello spazio che simboleggia il legame indissolubile tra l’uomo e le sue radici primitive; la campagna è il luogo mitico di un benessere guadagnato con il sudore della propria fronte, vivendo sempre a contatto con quegli elementi naturali che sono parte di noi stessi
la terra madre
con il suo calore
e le sue stagioni
mescolati agli alberi
come suoi figli
non si è mai soli
La città è invece vissuta sempre più come luogo di perdizione, del rischio, della confusione. L’idea di una discontinuità dei comportamenti umani rispetto al territorio è molto forte: la bontà si ritrova tornando alle origini, al paese e non un paese in senso lato, ma la Val’Orcia, terra alla quale il poeta è legato da profondo affetto
da adulto ho scoperto il paese
l’ho fatto mio
ed anch’io oggi
mi porto
nelle vie chiassose della città
il segreto di un’aria
L’eleganza di questi versi e il sapiente uso della lingua per descrivere immagini profondamente interiorizzate donano alle liriche di Simoni una particolare grazia che raggiunge i nostri sensi e il nostro cuore, facendoci ancora credere che in un mondo sempre più dominato dalla velocità e dalla superficialità e spesso segnato dall’orrore della violenza e dell’odio la poesia non ha ancora perso la sua capacità di costituire un punto di riferimento spirituale e ideale per l’uomo.
Domenica Moscato