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«Spesso il male di vivere ho incontrato»

11,40 

Rodolfo Vettorello

Genere: Poesia

Note critiche di Stefano Mangione e di Riccardo Benucci; in copertina: Gustav Klimt, Morte e vita, 1908-1915 (olio su tela, 178 cm × 198 cm), Leopold Museum, Vienna.

978-88-3374-001-0 | pp. 112 | 12 × 20 cm | maggio 2018

Esaurito

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Descrizione

In «Spesso il male di vivere ho incontrato» il poeta espone, raramente in forma diretta ma, soprattutto, in forma metaforica, la propria vita: quella interiore, con visioni che talvolta emergono dai meandri oscuri e profondi della psiche, versati sulle pagine, in forma di parola chiara e apodittica, dal suo pensiero. Le forme si fanno parola di immagini, nella sintesi di sentimento e intelletto, nelle quali s’intersecano le visioni esteriori con i paesaggi interiori e dell’anima, che trascinano con sé la luce e i colori della natura, ma anche una sonorità, che rende la poesia una sorta di organismo vividamente mobile e vario, impedendo che la pagina la catturi e le neghi la libertà all’interno della vita e del mondo.

Dalla Nota di Stefano Mangione

Potremmo definire la raccolta un tema compiuto, suonato su diversi registri sonori e di colore, ricco di umori al pari di un grappolo d’uva al tempo della vendemmia. La vita e la morte vi appaiono finemente intrecciate in un umile sfarzo stilistico, definizione che parrebbe un controsenso se non fosse invece reale.
Numerosi sono i richiami a maestri quali Montale o Sandro Penna, cui è persino dedicata una luminosa sezione della silloge ma l’autore si distacca dai modelli integrandoli sapientemente con il proprio gusto e con una profondità di scavo davvero ragguardevoli.

Dalla Nota di Riccardo Benucci

«Spesso il male di vivere ho incontrato»