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Finché morte non ci riunirà

11,40 

Matteo Freddi

FUORI COMMERCIO

Immagine di copertina concessa in licenza da Depositphotos.com / Demian

Genere: Narrativa

978-88-97995-11-1 | pp. 136 | 14 × 21 cm | novembre 2012

Esaurito

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Descrizione

Il “campo” nel gergo cinematografico è lo spazio catturato dalla macchina da ripresa. Esso può variare in relazione alla distanza, all’angolazione e alla focale che l’obiettivo utilizza.
Così, le avvincenti pagine di Matteo Freddi procedono senza indugio e secondo tecniche di narrazione prossime alla grammatica filmica: messa in sequenza, costruzione per immagini, allungamento della distanza, profondità di campo, montaggio, quasi un uso letterario del grandangolo, repentine sequenze e cambi d’inquadratura, flashback, zoommate di grande impatto visivo e caratterizzazione plastica dell’azione fanno di questo romanzo un insieme di grandi unità di significanti.
Pur nel pieno rispetto della cronologia, l’Autore tiene a informare il suo lettore che non si trova di fronte a una cronaca storica: siamo entro i confini fluidi della rappresentazione a cui prendono parte personaggi realmente esistiti e personaggi inventati che nella osmosi dei loro destini mettono in scena l’evento storico. In questo spazio dilatato le vicende personali degli attanti di pura fantasia si mescolano con le storie dei protagonisti dell’epoca fino a non distinguerne più i confini.
Centro della narrazione e punto focale dell’obiettivo è l’assedio di Malta da parte della flotta turca, avvenuto tra la primavera e la tarda estate del 1565, e la strenua difesa dei cavalieri e dei maltesi. Precede una breve narrazione dei prodromi della battaglia.
L’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri, detto anche dei Giovanniti, tra i più antichi e gloriosi ordini religiosi e militari del cristianesimo, nel 1530 cambiò nome in “Ordine di Malta” quando il Gran Maestro fra Philippe Villiers de L’Isle-Adam e i suoi cavalieri giunsero nell’isola dell’Europa meridionale per prenderne possesso, ceduta in feudo dall’imperatore asburgico Carlo V. L’isola di Malta allora era un’importante crocevia tra Oriente e Occidente nonché teatro di scontro da quando i corsari barbareschi che infestavano il Mediterraneo attaccavano le navi e le coste cristiane.
L’assalto turco condotto in due tempi, prima con l’assedio di Castel Sant’Elmo e poi con quello di Castel Sant’Angelo, nella narrazione di Matteo Freddi non rappresenta solo la collisione tra due simboli – la Mezzaluna turca e la Croce di Malta – afferenti a due civiltà diverse, quella orientale e quella occidentale, a due religioni, Islam e Cristianesimo, ma è anche lo spazio di maturazione dei personaggi che prendono parte all’epopea. Niccolò Lanza semplice commerciante e caro amico di Federico de Toledo, figlio del viceré di Spagna Don Garçia de Toledo, si troverà in prima persona a esperire questo moto progressivo nei momenti convulsi dell’assalto; Ettore Sinibaldi mercenario per vocazione, partito da Genova con l’amico Marco al fianco di Gianandrea Doria per portare aiuto ai cavalieri del Gran Maestro Jean Parisot de La Vallette, scoprirà e farà sua per sempre la convinzione di combattere non per il vile denaro ma per un ideale.
Segna il tempo dell’azione il ruolo delle donne, di due donne in particolare. Eleonora, moglie di Niccolò Lanza e la principessa Mirhmah, figlia di Solimano il Magnifico, vicario di Allah sulla Terra. Eleonora e Mirhmah, la prima agile di mente e di corpo, la seconda viziata e capricciosa, decidono per certi versi i destini delle loro terre e mettono in moto quel processo ascensionale che porterà alla nemesi conclusiva.
Il potente obiettivo dell’Autore non risparmia neppure gli scontri tra Lala Mustafà, gran visir serbo-ottomano e l’ammiraglio Piale Pascià, le cui divergenze ci vengono confermate anche dalla cronaca storica.
L’uso sapiente del grandangolo di Matteo Freddi, capace di riprendere porzioni visive maggiori di quelle dell’occhio umano, si conferma anche nell’espansione prospettica di quel motto che dà il titolo al libro Finché morte non ci riunirà. Questo motto, urlato a caricare gli animi durante le fasi più dolorose dell’assalto turco, allarga la sua portata significante, ribalta la prospettiva che da particolare diviene universale e racchiude in perfetta sintesi dialettica il senso estremo del lottare per qualcosa che sovrasta il contingente, ma che al contingente dà un significato di ulteriorità.
Sarà una vana, insensata speranza d’amore a spingere il protagonista Niccolò a combattere, perché sarà la Storia a prendere il sopravvento, il tempo storico che si fa evento unico e irriducibile, quel percorso tortuoso e senza riparo che è in definitiva un giungere al proprio Essere.

Kreszenzia Daniela Gehrer

Finché morte non ci riunirà