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Costruzione d’identità

9,31 

Zelda Gradilone
Pagine: 88
Mese/Anno: aprile 2010
ISBN: 978-88-95880-56-3
Dimensioni: 12 x 20 cm

Genere: poesia

Collana: Poesia
FUORI COMMERCIO

Esaurito

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Descrizione

Costruzione d’Identità racchiude al suo interno un arco di tempo molto vasto, quindici anni di sogni, paure, gioie e ferite. Benché l’autrice sia molto giovane la sua penna sa raccontare queste emozioni in maniera eccelsa; la conosciamo Zelda attraverso questi versi, è l’amica di una vita, quella che ci confida se stessa senza barriere, che si offre a noi senza frapporre niente, liberamente, in maniera sincera e pura.
La silloge raccoglie le poesie in ordine cronologico di stesura, ma non è il tempo il filo conduttore dell’opera, è possibile rintracciare un filo immaginario della coscienza che lega tra loro le liriche. È un percorso di maturazione individuale, possiamo coglierlo tentando di leggere tra le righe, interpretando i pezzi di vita raccontati in queste odi, nelle metafore che in maniera così diretta ci spalancano una finestra sul cuore dell’autrice. Dalle prime descrizioni di un passato che a noi appare nebuloso emergono poche, chiare figure: un padre idealizzato dagli occhi di una figlia che lo ama immensamente e lo scontro con “l’uomo” che sta dietro alla figura paterna, con i suoi limiti, i suoi difetti e le sue fragilità. Una madre contenuta di sorrisi e dolcezza, di quelle parole e di quei gesti gentili che scaldano l’infanzia. Al contempo però gli affetti familiari rappresentano l’unico rifugio nei momenti di dolore e sofferenza.
È il ricordo uno dei grandi protagonisti della silloge, il ricordo come persistente ritorno del dolore che riappare continuo e inaspettato, mai sopito torna a fare male, a far sanguinare vecchie ferite, a riportare alla luce remote inquietudini che non saranno mai seppellite tanto profondamente da non riaffiorare mai più. Ed è dal buio più profondo di queste descrizioni che si passa a sprazzi di pura Luce che improvvisa giunge ad illuminare il cammino e a indicare la Via giusta da seguire. La profonda fede che è compagna di vita dell’autrice le permette di saper riconoscere in un incontro casuale la carezza di Dio, la sua mano ad indicare il percorso. La preghiera è spesso presente nella silloge, ed è indicata quale unico vero rimedio al dolore; quale ancora di salvezza a cui aggrapparsi per trovare il coraggio di andare avanti, di non arrendersi mai benché la vita ci ponga continuamente di fronte a sfide che possono sembrare insormontabili. E la fede aiuta a fare proprio questo, a trovare sempre la forza di chinarsi, prendere il dolore sulle proprie spalle e andare incontro alla vita.
Differente è il racconto dell’Amore. Nelle liriche dedicate a questo tema la realtà è completamente trasformata, i versi sembrano sospesi in un tempo irreale e reale insieme, la poetessa è capace di trasfigurare e sublimare la vita lasciandoci fluttuare in uno stato di beatitudine in cui percepiamo cosa significhi amare di un amore intenso che coinvolge tutte le fibre dell’essere, che racchiude l’essenza stessa della vita, che unisce due anime irrimediabilmente legate per sempre.
Nella silloge sono presenti anche alcune odi molto brevi, quasi ermetiche, delle istantanee che bloccano in pochissime parole un pensiero, un odore e un’immagine. Ed è sorprendente come anche il lettore possa percepire esattamente quella stessa immagine, quello stesso odore, quella stessa sensazione, come se fosse compresente materialmente. La proprietà di linguaggio e l’appropriatezza di ogni singola parola fanno sì che ciò accada, e nonostante tutto questo, Zelda Gradilone ha una grande umiltà, lo capiamo dalle sue stesse parole, dalla poca consapevolezza della propria grandezza che proprio per questo la rende così vicina a noi. Nella gioia il cuore leggero vola in alto e non trova le parole per raccontarsi, ma nella sofferenza i versi sgorgano senza affanno, quasi un pianto liberatorio che trova nella scrittura il modo migliore per alleggerire il cuore, e non sa che sta preparando un dono per noi.
E a proposito di ciò l’autrice scriverà questi versi:

Come sempre
i pensieri
facilmente
fluiscono di penna
più che di parole.
Ma chi ignora
l’insito dolore
non può entrare
in queste righe.

Noi possiamo farlo. Possiamo proprio perché è l’autrice stessa a fornirci la chiave di lettura dei suoi versi, aprendosi a noi come un fiore. Di questo non possiamo che essere riconoscenti esprimendo tutto il nostro entusiasmo per quest’opera che merita di essere letta e apprezzata.

Domenica Moscato

Costruzione d’identità